venerdì 28 maggio 2021

SOCIOLOGIA

L’esistenza delle persone della nostra società è organizzata intorno ai vincoli e agli orari imposti da quest’attività. La sua importanza non è dunque solo personale bensì anche collettiva. Nella società moderna, a differenza di quanto accade in una comunità, le mansioni di ciascuno sono organizzate e distribuite in maniera precisa e puntuale, così da far fronte a compiti produttivi complessi, non facili da gestire. Dunque il lavoro è stato negli ultimi due secoli al centro di un importante processo di razionalizzazione. Razionalizzare significa coordinare gli sforzi. Tutto ciò che acquistiamo è frutto dell’azione coordinata di persone che svolgono mansioni differenti fra loro. È quindi necessario che le persone sommino le loro diverse competenze allo scopo di produrre e rendere disponibile al consumo un certo oggetto. La forma più elementare di coordinamento la si ha quando due o più persone collaborano nello stesso modo alla medesima operazione. All'estremo opposto si ha il caso in cui gli individui non solo fanno cose diverse, ma le svolgono in maniera da cooperare tra loro e potenziare con ciascuna attività i risultati dell’altra. Questo è il tipo di divisione del lavoro che contraddistingue specificamente la società moderna. Con l’introduzione della manifattura come modalità prevalente di produzione, avvenuta nell’ottavo e nono secolo, il modo in cui erano tradizionalmente organizzati il lavoro e la produzione dei beni viene rivoluzionato. In una seconda accezione, razionalizzare il lavoro significa semplificarlo. Esso si inserisce in questo caso in una struttura organizzativa più rigida e viene scomposto in operazioni più facili ed elementari rispetto all’equivalente attività artigiana, operazioni che richiedono meno impegno e minori capacità di esecuzione. Da un ulteriore punto di vista razionalizzare è sinonimo di standardizzare e organizzare. Da qui nacquero i grandi sforzi di organizzazione del lavoro, di cui è costellata la società moderna fin dalle prime esperienze di Frederick W. Taylor e Henry Ford, l’inventore della catena di montaggio. All’utilizzo di macchine sempre più efficienti e produttive si accompagnò un’organizzazione del lavoro operaio che portava alla scomparsa di qualunque margine di discrezionalità e libertà operativa del lavoratore.

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