domenica 4 ottobre 2020

VISIONE DEL FILM - QUALCUNO VOLO' SUL NIDO DEL CUCCULO

È tratto dal romanzo omonimo di Ken Kesey, pubblicato nel 1962 e tradotto in italiano nel 1976. Ha segnato la storia del cinema nella trattazione innovativa di un argomento molto delicato come il disagio presente negli ospedali psichiatrici, denunciando il trattamento inumano cui venivano sottoposti i pazienti ospitati nelle strutture ospedaliere statali, verso i quali vigeva un atteggiamento discriminatorio, alimentato dalla paura dell'aggressività che caratterizza in qualche caso la malattia mentale. All'ospedale psichiatrico di stato di Salem, nel 1963, arriva un detenuto, Randle Patrick McMurphy, carcerato che per sfuggire alla prigione millanta di essere pazzo e si comporta disordinatamente. Deve essere trattenuto per osservazione, cioè per determinare se la sua malattia mentale sia reale o solo simulata. Nel caso in cui non sia riscontrato un disturbo mentale, ritornerà a scontare la propria pena in carcere. McMurphy tiene in reparto un comportamento anticonformista verso le regole che disciplinano la vita dei degenti: fa il verso ad un paziente nativo americano imitando una danza tribale, non prende la propria medicina giornaliera (sputandola in faccia ad un altro paziente) e gioca a basket da solo ignorando il gruppo. Quando gli viene negato di vedere le partite di baseball in TV, propone di sfondare una finestra con un pesante lavabo, cosa che tutti desidererebbero fare, ma non riesce a sollevarlo dal pavimento. Successivamente si improvvisa radiocronista di un'immaginaria partita di baseball, sobilla gli altri degenti a fare rumore e così si inimica la caporeparto, l'infermiera Mildred Ratched. Qualche giorno dopo McMurphy organizza una goliardata: si impossessa dell'autobus a servizio dell'ospedale e lo usa per condurre gli altri pazienti a pescare su una barca rubata, spacciando sé stesso e gli altri per un gruppo di medici dell'istituto psichiatrico. Giocando a carte vince tutte le sigarette dei suoi compagni e la caporeparto è costretta a razionarle. McMurphy, non resta indifferente. McMurphy ha fatto amicizia con un altro paziente soprannominandolo "Grande Capo". Il carcerato viene sottoposto all' elettroshock. Seguendo l'esempio di McMurphy, i degenti decidono di provare ad esprimere liberamente le proprie necessità e di opporsi alla rigida disciplina imposta dalla caporeparto. Dando in questo modo problemi all'autorità.

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