venerdì 12 febbraio 2021

ANTROPOLOGIA

IL MALOCCHIO Le concezioni del malocchio in Europa e Medio Oriente è diffuso ovunque nel mondo, ma in certe aree è stretta della magia, è la credenza nel malocchio, l'idea che uno sguardo insistente o certe parole posano influire negativamente su cose o persone. Quello che in Europe è “malocchio” in molte aree è semplicemente “l'occhio”. In certe culture, come quelle dell'Europa rurale, era fino a non molti anni fa sbagliato fare troppi complimenti per qualche bell'animale posseduto dal contadino. Il malocchio non è considerato qualcosa che si possa trasmettere consapevolmente o in maniera volontaria. Esso è piuttosto qualcosa che care spontaneamente dall'atteggiamento di ammirazione di qualcuno per qualcosa. Non bisogna però dimenticare che in molti casi il malocchio rientra in un sistema di comportamento sociale o, come si direbbe, di "etichetta", il quale non ammette che una persona guardi troppo fissamente qualcuno che non conosce o che si sia troppo intrusivi con complimenti o apprezza relativi a cose o persone. Ciò non toglie tuttavia che anche in questo caso l'etichetta sia basata su idee che non hanno nulla a che vedere con il potere reale dello o delle parole di influenza su cose o persone. Gli atti «porta sfortuna»: Parente stretta del malocchio è la credenza che certi atti, soprattutto involontari, portino sfortuna, che può essere cioè all'origine di una serie di eventi negativi per proteggersi dai quali bisogna ricorrere a gesti e formule precise. In tutta I'Italia, e non solo, è diffuso per esempio, versare il sale o l'olio inavvertitamente porti sfortuna, oppure che rompere uno specchio procuri guai per un certo numero di anni. Chiedersi se le contromisure 'funziona' è sbagliato quanto chiedersi se è vero che versare il sale porti sfortuna o che complimentarsi per qualcosa procuri davvero un theno alla cosa o al possessore della cosa stessa. Le formule e i gesti a cui si ricorre per parare l'eventuale danno procurato da questi atti si affiancano all formule pronunciate e ai gesti compiuti per prevenire la sfortuna. Il tutto forma un complesso di credenze che, da una parte, tende a sottolineare la precarietà dell'equilibrio su cui si regge la nostra vita, e che prende spunto da eventi scelti in maniera arbitraria, mentre, l'altro, tende a far fronte a questa precarietà con risposte rassicuranti che tenero a ristabilire, nella mente di colui che ci crede, l'equilibrio compromesso.

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